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Un’agenda tutta per te: cos’è il Bullet Journal

Esempio di Bullet Journal

“Non sai cos’è il Bullet Journal?”. Quando mi occupo di pianificazione del tempo, prima o poi me ne esco con questa domanda retorica: mi gonfio il petto orgogliosa e inizio a sviscerare tutti i buoni motivi per cui il mio interlocutore o la mia interlocutrice dovrebbero assolutamente utilizzare il BuJo.

Racconto, spiego, rispondo alle obiezioni (ne trovi qualcuna a fine di questo articolo). Questo strumento è una mia acquisizione recente perché lo utilizzo da poco più di un anno eppure, in poco tempo, è stato in grado di aiutarmi ad avere sempre a mente le mie intenzioni e i miei obiettivi, permettendomi di pianificare il mio tempo al meglio.

Se non conosci questo metodo ho deciso di raccontartelo in questo articolo. Se invece lo conosci già e lo utilizzi, ho raccolto qui tutti i motivi che lo rendono uno strumento importante, non solo per la pianificazione ma anche per la nostra salute mentale (e se vuoi condividere con me i tuoi motivi, ne sarò felice. Puoi scrivermi qui).

Cos’è il metodo Bullet Journal

Nel 2013 Ryder Carrol, un digital product designer di New York, brevettò il suo metodo di programmazione e organizzazione. Nato con deficit attentivi e iperattivo, aveva trovato delle strategie che gli permettevano di essere organizzato: da qui è nato il metodo del Bullet Journal (questo è il sito di Carroll).

Potresti dire che si tratta solo di un’agenda personalizzabile, nella realtà dietro al prodotto in sé esiste un vero e proprio sistema che ti invita, con consapevolezza, a tenere bene a mente i tuoi obiettivi, pianificare le attività e mettere tutto nero su bianco per poter avere una motivazione profonda e chiara, condendo il tutto con una forte dose di creatività.

Si differenzia dalle altre agende perché ha i fogli puntinati completamente bianchi, pronti ad accogliere tutto quello con cui vorrai riempirli.

Cosa vuoi che faccia per te questo Bullet Journal?

La prima domanda che devi farti, per non sentirti inghiottitə dal foglio (anzi quaderno) bianco, è: cosa voglio che faccia per me?

Puoi avere un BuJo dedicato a un evento specifico (es. pianificazione del matrimonio, trasloco, dedicato al Natale ecc.) o usarlo come agenda. In entrambi i casi dovrai pensare a tutto quello che ti servirà inserirci, alle sezioni che dovrà avere.

Questo è solo il primo esercizio di consapevolezza che questo strumento suscita.

Programmazione, struttura e uno spazio per i tuoi bisogni

Bene, leggendo queste righe hai capito cos’è il Bullet Journal. Magari online su Pinterest e Instagram hai già sbirciato qualche esempio. Però nel dettaglio non ti è ancora chiaro come possa fare così tante cose tutte assieme.

La struttura

Parti da questa considerazione, che ogni BuJo ha una sua struttura:

  • un indice, in cui segnare i numeri di pagina delle diverse sezioni;
  • una chiave o legenda, dove dovrai associare a ogni simbolo o colore il suo significato;
  • un registro futuro per pianificare l’anno per intero o i semestri o i trimestri;
  • un registro mensile per la programmazione del mese;
  • un registro giornaliero per tenere traccia delle cose da fare in giornata;
  • i tracker che monitorano le abitudini o gli obiettivi;
  • uno spazio per appunti, liste e tutto quello che ti serve.

Pensalo come un libro. L’indice è la tua bussola e a colpo d’occhio vedrai che sezioni ci sono e a che pagina e la chiave ti servirà per avere chiaro il significato dei simboli e dei colori che userai per non dover “scrivere troppo” e avere una vista di insieme della produttività nei diversi ambiti.

I registri sono la parte più simile alle agende per come le conosciamo: ovvero calendari con uno spazio più o meno vasto per segnare le cose da fare. Vanno dall’unità di tempo più ampia (anno) a quella più specifica (giorno): così potrai partire dalla pianificazione più a lungo termine e a cascata riportare nel dettaglio gli obiettivi e gli impegni nel registro giornaliero. Questo modo di pensare dal lungo termine al brevissimo termine trovo ottimale per poter programmare le attività e infatti ne ho scritto anche qui.

Una parte tutta da scrivere

Infine una grande parte è poi dedicata alle sezioni che decidi di inserire: ci sono i tracker di monitoraggio che sono utili in fase di analisi per capire cosa hai fatto e cosa no (e chiederti il perché) ma soprattutto perché ti permettono di alimentare la tua motivazione. Ad esempio un tracker sull’allenamento fisico ti permette di vedere quante volte ti alleni e mano mano che vai avanti sarà difficile interrompere il flusso. Possono aiutarti anche a tracciare l’apprendimento di nuove abitudini.

Puoi usare il resto dell’agenda organizzandola in base alle tue esigenze: io ad esempio ho introdotto una sezione finale in cui scrivo gli appunti per presentazioni, interventi, articoli da pubblicare perché ho bisogno di avere questo materiale vicino per poter poi prendere spunto per altri contenuti.

Se vuoi puoi dedicare la prima pagina del tuo BuJo creando la tua moodboard: raccogliendo frasi, parole, immagini, colori che andrai a utilizzare per rendere questa agenda più uniforme.

Ma io… ovvero come ti smonto le obiezioni sul Bullet Journal

Quando ho sentito parlare per la prima volta del BuJo la cosa mi aveva incuriosita ma le obiezioni che avevo erano così rumorose che ho perso completamente di vista la possibilità che mi stava sotto gli occhi.

Non so disegnare

La prima obiezione che risuonava tonante era questa. E non che potessi proprio smentirla. Poi a un certo punto ho iniziato a mettermi alla prova. Ho cercato esempi di grafiche minimal, ho scoperto la passione per il collage e ho abbandonato i pennarelli per tornare alle mie amate matite (che a volte si possono anche cancellare). Ho incontrato il progetto Disegno Brutto e ho imparato a costruire un mio codice visivo fatto di simboli, vignette, mappe.

Come spiega Alessandro Bonaccorsi nel suo Lavorare meglio disegnando male noi pensiamo per immagini da sempre: non esistono persone creative e persone che non lo sono. E l’intelligenza visivo-spaziale è solo una delle tante componenti dell’intelligenza. Con il BuJo puoi allenarla. Così come puoi allenare il non giudizio nei confronti di quello che crei: non ci sono disegni brutti ma modi diversi di dare forma alle tue idee.

Non ho tutti quei materiali

Washi tapes, righelli, stencil, adesivi… Online troverai mille esempi e kit per BuJo. Io sono un’amante di tutto ciò che si può acquistare in cartoleria ma non avevo voglia di mettermi a impazzire a trovare tutti questi prodotti. Sono partita da quello che avevo: riviste da buttare ritagliate, timbrini, matite, pennarelli, fogli di diverse texture reciclati da pacchetti o scatole.

Non ce la faccio a fare tutto

Ecco questa obiezione in effetti è la più difficile da smontare a priori. Perché non ti conosco e non so quanto tempo libero hai. Però posso partire dalla mia esperienza e dirti che in realtà puoi dedicare del tempo alla tua agenda anche solo ogni tre mesi. Se pianifichi in anticipo potrai già avere un registro del futuro aggiornato. Basterà creare poi i registri mensili e riportarci le attività e gli obiettivi e poi, a cascata, trascriverli nel registro settimanale. Ogni settimana si dovrebbe dedicare del tempo alla programmazione e potrai farlo agevolemente se avrai chiaro dove andare e come. Invece il tempo dedicato alla parte visuale è un tempo che puoi dosare tu: io ad esempio non sento la necessità di decorare troppo le mie pagine e lo faccio quando ne sento il bisogno, anche solo per avere un momento per me, per “staccare”.

Perché mi fa bene e potrebbe fare bene anche a te

Nonostante abbia dedicato un intero paragrafo alle obiezioni, potresti avere ancora qualche resistenza. Per questo vorrei condividere alcuni motivi che mi fanno dire che il BuJo fa bene alla salute mentale.

Pratichi la consapevolezza

La mindfulness, è scientificamente provato, riduce ansia e stress (ma non sostituisce un percorso di terapia, mi raccomando). E puoi praticarla anche compilando il tuo BuJo. La pratica infatti consiste nel “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (Jon Kabat-Zinn, parlo di pratica in questo articolo). Puoi farlo su un tappetino, sedendoti oppure applicare questo concetto alla vita quotidiana (ad esempio mentre fai le pulizie, ti lavi i denti ecc), in questo caso si parla di pratica informale.

Pianificare è già di per sé un bell’esempio di consapevolezza. Aggiungici la compilazione dei tracker che rafforzaono le tue intenzioni, mettici anche la compilazione delle liste di cose da fare, unisci l’attenzione che hai quando disegni e colori, be’ hai già accumulato ben tre esperienze mindful.

Alleni il non giudizio

Siamo abituat3 a pensare che non disegniamo bene, che non siamo abbastanza creativ3. O al contrario che non ci sappiamo organizzare, non siamo in grado di fare una pianificazione. Entrambe queste componenti, organizzazione e creatività, sono presenti nel BuJo e lo rendono uno strumento versatile. Potrai quindi praticare il non giudizio, allenandoti a sviluppare qualche competenza in più e vedendo dei risultati tangibili molto in fretta.

La scoperta del disegno brutto per me è stata importante perché mi ha permesso di zittire il pregiudizio che avevo nei confronti delle mie capacità creative e mi ha permesso di trovare un nuovo modo di esprimermi, ad esempio.

Rafforzi una connessione neuro-cerebrale importante

He sì, perché scrivere a mano (il lettering è molto diffuso sul BuJo, ad esempio) permette di rafforzare la connessione neuro-cerebrale tra pensiero e manualità: scrivere a mano, senza copia-e-incolla o correttori ortografici, presuppone un’organizzazione del pensiero. Aiuta la concentrazione e rafforza la memoria.

Non avere fretta, prenditi il tuo tempo e dai un’occhiata a tutti gli esempi di BuJo che puoi trovare.
Pensa al perché potrebbe servirti.
Io ti ho dato già dei buoni motivi ma se non ti bastano, quanto meno a chi ti chiederà “Non sai cos’è il Bullet Journal?” potrai rispondere che no, in fondo qualcosina ora la sai.

Assistente virtuale mindful Sara Cremaschi

Io sono Sara Cremaschi, la tua assistente virtuale mindful.
LinkedIn Top Voice Equilibrio vita-lavoro.
Se vuoi sapere cosa posso fare per te e come, seguimi su LinkedIn.

PS. Di BuJo ho parlato anche con Paola Triaca in diretta su RipartiAmo. Ecco qui il video.